Anche no. Grazie!

Da alcuni anni grossi investitori privati che nulla hanno a che fare con la salute degli animali, stanno via via acquisendo le strutture veterinarie di maggiori dimensioni: cliniche, ospedali, grossi ambulatori. Attratti come gli orsi dal miele, fiutano gli affari e si presentano alla porta.
Entrano, visitano la struttura, si informano sul volume d’affari, le abitudini della clientela e fanno la loro offerta: in genere molto, troppo allettante per colleghi con più di qualche capello bianco in testa. Davanti ad una buona uscita che ti permette il “buen retiro” si capisce che molti cedano. A chi resta si livellano gli stipendi, si mette in mano un vademecum di come si fa il bravo veterinario, si fanno lezioni di marketing e si illustrano i target aziendali. Ogni valutazione personale da parte del medico veterinario non solo non è richiesta, ma è addirittura sgradita se non è finalizzata alla vendita dei servizi. Il tempo dedicato al paziente è contingentato e i medici sono tra loro perfettamente intercambiabili.
Così come i pazienti, del resto. Divisi nelle categorie cucciolo, adulto e senior sono belli e pronti i “pacchetti salute”.
Sempre meno spazio al rapporto umano, sempre più enfatizzata la soluzione standard.
A te cliente, dopo aver indossato un gran sorriso, offrono i piani salute, tutto compreso, anche ciò che non avresti mai chiesto per il tuo beniamino perchè non ci pensavi proprio, o forse non ne avresti mai avvertita la necessità e…oplà!
Visite illimitate anche se l’animale sta bene perchè non si sa mai, parco vaccinazioni completo, trattamenti antiparassitari e mangime secco super-comodo che puoi ritirare dalla segretaria uscendo, analisi periodiche di sangue e urine, sterilizzazione di rigore, gastropessi e controllo delle anche, consulenza con l’educatore, bagnetto e sistemata al taglio, assicurazione e microchip…ma caffè e biscottino sono offerti.
Per una modica cifra (…) al benessere del tuo animale ci pensiamo noi! Naturalmente puoi pagare in comode rate mensili.
E tu esci felice.
Forse.
Rifletto su tutto ciò e mi chiedo se sia una coincidenza o se, come credo, ci sia una spinta ben progettata nella direzione della de-responsabilizzazione delle persone con annessa delega a terzi, disumanizzazione, coercizione, ricatto morale ed economico che accomuna questo trend nel mondo della veterinaria, ma non solo, alla narrazione pandemica.
Sarà che l’uomo è sempre più un mezzo e non il fine? Fin troppo ovvio.
Ci hanno chiesto di vaccinarci per il benessere del prossimo!
Sarà che le seducenti strategie di marketing riescono a convincere che le finanziarie sanno prendersi cura del tuo compagno anima-le meglio di quanto possa fare tu stesso, che senza alcun dubbio lo ami?
E sempre più persone si sentono inadeguate rispetto a qualsiasi scelta debbano fare: chiedono consiglio a chiunque per qualsiasi cosa. E’ una vera compulsione ad interrogare più “esperti” possibile che non sono mai d’accordo su nulla, amici, parenti e conoscenti, e poi sui social…si leggono domande e, ahimè, risposte su qualunque argomento.
Ci (mettiamoci pure dentro tutti) facciamo derubare del buon senso e la nostra self-confidence è ridotta al lumicino. Non cerchiamo e non sentiamo la nostra voce interiore, la nostra saggezza intuitiva è ridotta in fin di vita, sempre sminuita e ridicolizzata. Ci stanno facendo credere di essere una massa di inetti che va guidata ciecamente verso…il baratro! Come i topi abbindolati dalle note del pifferaio magico.
Preferiamo fidarci piuttosto che sviluppare un pensiero critico: troppo faticoso. Siamo affetti da indolenza intellettuale. Nella società della coercizione al consumismo siamo noi stessi merce da divorare.
Il cappio dell’inganno mal celato dietro mirabolanti offerte senza pensieri, stringe sempre più attorno al collo, ma è fatto di seta e il pubblico plaude al sacrificio. E l’anima urla, ma ben pochi la sentono.