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Curare l’IBD con la micoterapia

Curare l’IBD con la micoterapia

Articolo a cura di Maria Elisabetta Picca - Medico veterinario (medicina integrata)
Categoria:   Medicina integrata

La causa è idiopatica, cioè sconosciuta per definizione. Si pensa che si tratti di un difetto del sistema immunitario che si scaglierebbe erroneamente verso i normali alimenti o contro le cellule dell’apparato gastroenterico, scambiandole per “nemici” (malattia autoimmune). E’ probabile una predisposizione genetica. Tuttavia vi è anche chi suggerisce che sverminazioni eccessive e/o uso indiscriminato di antibiotici possano predisporre a questa patologia.
La diagnosi definitiva è istologica, cioè è necessaria la biopsia intestinale, ma è possibile porre una diagnosi di sospetto in base ai segni clinici ed ecografici.
Se non trattata, l’IBD predispone all’insorgenza di tumori, in particolare nel gatto può degenerare in linfoma intestinale.

TERAPIA

La medicina ufficiale offre davvero poche possibilità di cura, che consistono in diete ipo o ultra-ipo allergeniche, cortisonici o altri farmaci immunosoppressivi come l’azatioprina, e cicli di antibiotici all’occorrenza. Nessuna cura è risolutiva, ma vanno protratte a vita, anche se ci possono essere dei periodi di remissione.

Più ampia la scelta se si considerano le medicine non convenzionali, che possono affiancare o, in molti casi, sostituire i farmaci. Innanzitutto, consiglio di sostituire l’alimentazione commerciale con una dieta naturale ad alto contenuto proteico e senza carboidrati (stiamo parlando di carnivori!) Sono di grande aiuto, inoltre, l’integrazione con Omega 3, prebiotici e probiotici, la fitoterapia (cito tra tutti l’aloe e la curcuma) e la sempre più popolare micoterapia, cioè l’utilizzo di funghi medicinali, in particolare l’Hericium, sul quale mi soffermerò oltre. Laddove possibile la mia terapia d’elezione è l’omeopatia unicista, ovvero dopo avere esaminato approfonditamente i sintomi fisici, le abitudini e la personalità dell’animale da curare, si seleziona il rimedio che più corrisponde a tali caratteristiche seguendo il “principio di similitudine”. Altri veterinari olistici utilizzano con successo metodiche differenti dalle mie, per esempio l’agopuntura, l’omotossicologia, i Fiori di Bach. Ognuna di queste discipline, come l’omeopatia, richiede una conoscenza approfondita dell’argomento e specifici percorsi di studio.

MICOTERAPIA: L’HERICIUM ERINACEUS

Tra tutti i rimedi citati il mio preferito per la cura dell’IBD è l’Hericium, un fungo assai noto nella Medicina Tradizionale Cinese per la cura di tutte le patologie dell’apparato gastroenterico. Cresce sugli alberi morti e per il suo aspetto viene chiamato con nomi fantasiosi: Testa di Scimmia, Criniera di Leone o Barba di Vecchio.
Si tratta di un fungo commestibile molto buono utilizzato anche in gastronomia.
I Nativi del Nord America lo usavano come emostatico e cicatrizzante per le ferite, e faceva parte della loro “borsa medicina”.

Come tutti i funghi medicinali contiene tantissimi Beta-glucani, che sono polisaccaridi ad elevata capacità immunomodulante. E’ inoltre ricco di vitamine, minerali e aminoacidi.

L’azione di Hericium erinaceus sul tratto digerente è molteplice: gli sono riconosciute proprietà antiinfettive, antinfiammatorie e immunomodulatrici a livello gastro-enterico. Possiede capacità di rigenerazione delle mucose e riduce l’eccessiva permeabilità intestinale a tossine e allergeni, in genere associata alla disbiosi, che predispone all’insorgenza di intolleranze alimentari, allergie e, secondo alcuni autori, alla comparsa di patologie autoimmuni. Si comporta inoltre da ottimo prebiotico, cioè riequilibra la flora batterica intestinale, nutrendo selettivamente i microrganismi utili.
Tutte queste caratteristiche lo rendono il fungo di eccellenza per qualunque patologia infiammatoria, allergica o infettiva che coinvolga la mucosa del sistema digerente.

Ma non solo! L’hericium è utile come adattogeno anche nell’ansia, nello stress, nei deficit della memoria e nei disturbi del sonno. Recenti studi inoltre hanno riconosciuto all’Hericium un’importante azione di rigenerazione mielinica delle cellule del sistema nervoso, attività attribuita a due composti bioattivi, le erinacine e gli ericenoni, favorendo il mantenimento delle normali funzioni cognitive. In medicina umana è stato utilizzato con risultati incoraggianti anche in malattie degenerative del SN, quali il Morbo di Alzheimer e la Sclerosi Multipla.

Ritornando all’ambito veterinario, prescrivo sempre più spesso questo fungo nelle patologie gastroenteriche dei cani e dei gatti. Si può usare anche nelle patologie acute, per esempio nelle diarree da cause alimentari, ma preferisco usarlo soprattutto in quelle croniche e gravi come l’ulcera e l’IBD, con risultati davvero sorprendenti.
Per le sue capacità blandamente ansiolitiche, è’ utile anche nei disturbi digestivi su base nervosa.

Le capsule possono essere aperte e miscelate nel cibo, oppure sciolte in poca acqua e somministrate direttamente in bocca. Quasi sempre risultano gradite e, vantaggio di non poco conto, la loro somministrazione non risulta difficoltosa nemmeno nei gatti. La loro azione viene potenziata dalla contemporanea somministrazione di Vitamina C (contenuta ad esempio nella Rosa Canina), anche se questo aspetto è meno importante in veterinaria rispetto alla medicina umana perché cani e gatti, a differenza dell’uomo, sono capaci di sintetizzarla.

Salvo rare specifiche intolleranze individuali (che finora per fortuna non mi sono mai capitate) non presentano nessun effetto collaterale e la loro somministrazione può essere protratta a tempo indeterminato, con notevole miglioramento dello stato di salute generale, essendo ormai noto che dal benessere dell’intestino dipende il benessere di tutto l’organismo.

Attenzione però: i funghi NON sono tutti uguali. L’unica raccomandazione infatti è quella di scegliere accuratamente l’azienda produttrice. Poiché i funghi accumulano i metalli pesanti e altre sostanze nocive è importantissimo che siano come minimo di coltivazione biologica, con tanto di certificazione. Alcune ditte particolarmente serie forniscono anche informazioni sui metodi di coltivazione, essiccazione e lavorazione oltre che sulla provenienza geografica dei funghi.

Per concludere, uno degli innumerevoli vantaggi dei funghi medicinali è che non interferiscono con il metabolismo dei farmaci, per cui possono affiancare concomitanti terapie farmacologiche convenzionali. Tuttavia nella mia esperienza queste si rendono spesso del tutto superflue nel giro di pochi giorni.

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