Viscum Album Fermentatum: possibilità di utilizzo in oncologia Veterinaria

Il suo ruolo terapeutico è stato evidenziato e sottolineato già più di un centinaio di anni fa nelle conferenze di Rudolf Steiner, filosofo austriaco, scrittore, fine pensatore, pedagogo, e studioso della natura umana. Ad una sua conferenza del 1916 assistette un medico, la dottoressa Ita Wegman che rimase fortemente colpita dalla potenzialità di questa pianta e dalla possibilità di poter ampliare le allora limitate terapie, in ambito oncologico, che erano essenzialmente rappresentate da radioterapia e chirurgia fortemente invasiva.
L’interesse di Ita Wegman per questo importante rimedio, a cui sono seguiti lunghi studi e dirette sperimentazioni anche da parte di altri medici, ha determinato un sempre maggiore utilizzo nella formulazione antroposofica nota come “Viscum Album Fermentatum” diventando nei paesi del nord Europa, uno dei rimedi antroposofici maggiormente conosciuti. Va anche ricordato che come semplice fitoterapico, il vischio è stato utilizzato da sempre nella cura delle patologie artrosiche reumatiche e per l’ipertensione arteriosa.
Attualmente, in ambito umano in Germania ed in Svizzera, sono attive cliniche oncologiche che seguono protocolli con Viscum album in associazione con altri presidi e tecniche terapeutiche proprie della Medicina Antroposofica. In medicina Veterinaria l’utilizzo è invece più recente; negli animali d’affezione dà riduzione degli effetti collaterali associandolo alla chemio e radioterapia permettendo un trattamento più breve; dà assenza di recidive e allungamento della sopravvivenza in generale, con miglioramento della qualità di vita del paziente.
Il vischio è una pianta sempreverde emiparassita che cresce spontaneamente sui rami di alberi di latifoglie e conifere in Europa centrale ed Asia settentrionale; non sopporta temperature inferiori ai -20 e anche temperature troppo elevate; le sue radici rappresentate da un “austorio”, penetrano attraverso la corteccia fino al “cambio” del ramo dell’albero ospite per arrivare al “legno” da cui traggono nutrimento. I rami verdi del vischio formano cespugli rotondeggianti, pendenti, con foglie, ovalate, piccole, opposte, coriacee di colore verde/giallo. Da marzo a maggio compaiono piccoli fiori che si notano appena, giallo-verdi. Dai fiori femminili si sviluppano le caratteristiche bacche vischiose che maturano tardivamente a fine inverno e la prima produzione di bacche avviene solo dopo il 5° anno. Il cespuglio aereo del vischio può essere notato sui vecchi alberi di melo, frassino, biancospino, sui pini e sulle querce ma riesce a parassitizzare altri alberi; questi alberi trasferiranno sul vischio alcune loro caratteristiche che condizioneranno la scelta a seconda del tipo di neoplasia da trattare e la fase della malattia.
L’interesse iniziale di R.Steiner per il vischio, nasce dalla osservazione fenomenologica del suo strano comportamento, nel tempo e nello spazio, cioè da quella particolare” segnatura “del mondo vegetale che lo mette a confronto/relazione con le caratteristiche proprie dello sviluppo delle neoformazioni tumorali. E’una pianta emiparassita, non ha radici terrestri, cresce lentamente assumendo una forma sferica, non rispetta il ciclo delle stagioni infatti produce frutti in inverno. Mantiene un aspetto embrionale/giovane e non ha una metamorfosi delle foglie che sono tutte uguali e molto semplici e crescono due alla volta ogni anno; produce sostanze tossiche, ha un forte potere strutturante.
Nella riproduzione del vischio compartecipa un animale, un uccello (tordelli, tordi, capinere) che cibandosi delle bacche elimina in seguito i semi attraverso le deiezioni rilasciate sui rami degli alberi. E una pianta che vive a spese di un altro organismo e in maniera autonoma, quindi non è difficile intravvedere in queste modalità di comportamento, la somiglianza con lo sviluppo di un processo tumorale, all’interno di un organismo vivente. Le sostanze attive contenute nel fitocomplesso sono molteplici ma le principali sono le viscotossine e le viscolectine che sono sostanzialmente tossiche e paragonabili rispettivamente al veleno dei serpenti e alle tossine del ricino (ricina).
Nell’organismo ciò che avviene è una stimolazione specifica e peculiare del sistema immunitario da un lato (stimolazione dell’interleuchina 12, interferone γ, e cellule Natural Killer ecc.) e dall’altro c’è anche un’azione tossica, diretta sulla cellula tumorale che porta all’apoptosi. Sulle cellule tumorali si sono evidenziate l’azione di inibizione della neo-angiogenesi, l’induzione all’apoptosi, azione citotossica ed antinfiammatoria oltre che la riparazione e protezione delle cellule sane in corso di chemioterapia e radioterapia.
Utilizzando invece il linguaggio della Medicina Antroposofica possiamo dire che il Vischio porta un “involucro di calore” intorno all’organismo e nel luogo della malattia d’organo. Ciò che rende il semplice Vischio, Viscum Album Fermentatum è la sua peculiare modalità di preparazione. La raccolta del Vischio viene fatta in estate ed in inverno per andare a cercare la massima espressione sia della pianta che delle sostanze presenti (viscotossine e viscolectine ). Si raccolgono foglie, steli e le bacche nel periodo invernale, c’è una prima triturazione cui segue il particolare processo di fermentazione per poi arrivare alla spremitura: si ottengono così due tipi di estratto quello estivo e quello invernale.
Il processo di preparazione tenderà ad aumentare l’efficacia terapeutica, infatti viene utilizzato un particolare macchinario che miscela i due tipi di estratti estivo ed invernale, con modalità del tutto peculiari. La miscelazione avviene nei due periodi restanti dell’anno, primavera e autunno tramite una centrifuga con disco in titanio, di diametro di un metro che gira a 10.000 giri al minuto. Il succo invernale viene posto al centro e quello estivo viene fatto colare goccia a goccia tramite 12 piccoli tubi, dalla periferia del disco; si forma così un sottile film in rotazione nel quale i due succhi si mescolano intimamente acquisendo delle particolari proprietà.
Il Viscum Album Fermentatum trova applicabilità in oncologia veterinaria nel coadiuvare il trattamento di tumori di varia natura nelle diverse specie animali. Ad esempio, nel melanoma orale del cane – tumore sostanzialmente maligno e localmente infiltrativo, tendenzialmente metastatico con possibilità limitate di escissione chirurgica e con scarsa risposta alla chemioterapia – si è potuto avere un significativo aumento del tempo di sopravvivenza media quando, all’azione di altri farmaci (immunoterapici) o alla radioterapia, si è associato l’utilizzo del vischio di quercia e di pino. Nel trattamento del fibrosarcoma felino, tumore mesenchimale maligno, infiltrante e recidivante, sono state utilizzate speciali preparazioni magistrali orali non alcoliche di Viscum Album Quercus.
Anche la gestione del sarcoide equino, tumore locale che non da metastasi, ma infiltrativo e recidivante, ha trovato aiuto nell’utilizzo del Viscum Album Pini con follow-up della remissione fino a 5 anni. Nelle cagne che subiscono mastectomia per tumori mammari (adenocarcinomi) può essere utilizzato, per lungo periodo, il vischio Pini, per scongiurare recidive e metastasi. Il Viscum Mali ha infine trovato utilizzo nel trattamento del sarcoma di Sticker del cane maschio.
Le preparazioni di vischio sono in forma di fiale iniettabili con diversa concentrazione di principio attivo (serie 0, 1, 2), ogni confezione di ogni serie contiene a sua volta 7 fiale a concentrazione variabile proprio per ottenere curve di immunostimolazione differenti nel tempo. Le varietà del vischio cambia anche in base alla pianta ospite; sono attualmente reperibili vischio di quercia, pino e melo. Come in medicina umana, esiste uno schema standard di somministrazione con iniezioni sottocutanee, tre volte a settimana ma la posologia potrà adattarsi allo stadio e al tipo di tumore trattato.