Omaggio a Dante

In ordine sparso Enea, Orfeo, Psiche, Eracle e Virgilio accompagnato da Dante hanno a che fare con Cerbero…guardiano della Soglia tra mondo dei vivi e mondo degli Inferi, l’Ade. Cane mastino a tre teste, Cerbero è descritto con serpenti e fauci spalancate, ammansito dai protagonisti prima citati in vari modi: con il suono della lira da Orfeo, con la forza da Eracle, con un dolce al miele da Psiche, con una focaccia intrisa di erbe soporifere data dalla Sibilla in aiuto ad Enea, mentre Virgilio in viaggio con Dante gli getta in gola una manciata di terra forse a ricordarci che per cerbero s’intendeva anche il nudo suolo, che tutto seppellisce e divora con voracità. Cerbero era detto anche il lupo degli dei…e la cosiddetta “fame da lupo” ci riporta al tema della gola, sì vizio capitale ma anche abisso, se consideriamo il suolo.
Il ruolo principale di Cerbero è quello di incutere a vivi e morti paura…un’emozione atavica, mortifera, con molteplici sfumature, che ci mette alla prova di tanto in tanto o spesso, mascherata magari da un’altra emozione la rabbia, così ci troviamo ad affrontare vecchie paure, oppure nuove paure, dove il confine tra la paura di morire e quella di vivere si confonde, si aggiungono le paure dei nostri animali, e c’è anche chi ha paura di un animale e la paura si fa misteriosamente fobia…insomma, per sdrammatizzare, un tema da paura, per la sua vastità o, se preferite, da far accapponare la pelle che per colorarla un po’ si tinge di blu e dà pure i numeri…90
La temerarietà è la qualità polare che i nostri eroi mettono in gioco per fronteggiare la paura, con tutta quella forza che li rende eroi: la forza dell’eros, quell’amore per la Vita che è capace di far incontrare paura e temerarietà a metà strada, dove il coraggio diviene risorsa interiore e, come raggio del cor, ci farà attraversare la nostra “selva oscura”, grati per gli incontri che costellano il nostro viaggio…animali compresi!
I miti come le fiabe diventano occasione per camminare al sicuro tra immagini ed esperienza che risuonano in modo diverso in ciascuno di noi accompagnati da animali, fiere o bestie che ci aiutano in tanti modi a catalizzare e a superare prove, ostacoli, paure e fare esperienza…”il cammino si fa con l’andar” e se il cammino inizia dopo una caduta, il faro del passato e il faro del futuro portano luce per vivere il presente con fiducia cosciente.
Il non detto è che l’ultima, la dodicesima fatica di Eracle vede proprio Cerbero suggellare la redenzione di Eracle, che ha il compito non di ucciderlo bensì di domarlo e portarlo a Micene, ma proprio la paura del re nel vedere Cerbero sarà tale che per il guardiano degli inferi il viaggio di ritorno sarà immediato e il coraggio di Eracle premiato. Lascio a voi ricercare quale “caduta” ha portato Eracle nel suo viaggio di trasformazione individuale.
Cerbero attende la redenzione e con lui tutti gli animali e i regni di natura che ci hanno accompagnato, ci accompagnano e ci accompagneranno fiduciosi…“a riveder le Stelle”
Dimenticavo: Cerbero è anche una costellazione!