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Coltiviamo la pace…con il fiore di Bach Olive

Coltiviamo la pace…con il fiore di Bach Olive

Articolo a cura di Dora Scialfa - Medico veterinario (medicina integrata)
Categoria:   Letture consigliate
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Quando qualcosa o qualcuno arreca di continuo fastidio, s’innesca una reazione che viene percepita in particolare dentro di noi e diamo occasione ad un fattore esterno di far breccia all’interno, minacciando ed indebolendoci sempre di più in modi diversi, almeno che non cogliamo “l’oliva al balzo” e trasformiamo l’evento.
Lo sanno bene gli olivi del Salento alle prese con il batterio Xylella fastidiosa che, da oltre dieci anni, ha trasformato la secolare capacità di resistenza e di ricchezza di questi alberi in un fenomeno definito “Complesso del disseccamento rapido dell’olivo” (Olive Quick Decline Syndrome), tra le peggiori emergenze fitosanitarie al mondo.

Quell’esperienza degli olivi, come immagine anticipata, risuona in un certo senso con quello che stiamo vivendo in questi anni noi uomini e, in quello sputo che il vettore secerne con grande sforzo si potrebbe cogliere un significato imbarazzante. Ma, per non innescare polemica ed infierire sulla cosiddetta sputacchina in questione e, per cercare di non inaridirci fin allo sfinimento, propongo un po’ di tregua proprio sotto un ulivo…a leggere un libro, in pace.
Non si tratta di un libro qualsiasi ma della Fiaba di Goethe “Il serpente verde e la bella Lilia” pubblicata per la prima volta nel 1795 sulla rivista dell’amico Schiller, all’interno delle “Conversazioni degli emigranti tedeschi”.

Per Steiner questa fiaba racchiude esperienze spirituali che ogni lettore può cogliere in modo diverso…un libro con immagini archetipiche e messaggi vivificanti!
Con un po’ di spregiudicatezza, si può cogliere un significativo nesso tra il personaggio del vecchio con la lampada e l’immagine di un vecchio ulivo, con tanto di spremitura a freddo del nettare pregiato qual è l’olio e le qualità magiche della lampada. Più in generale, nella Fiaba si può cogliere la stanchezza nei ruoli cristallizzati dei personaggi principali, in attesa inquieta di nuovi eventi che rompano lo schema nel quale sono intrappolati, per attingere dentro di loro a nuove risorse e nuove forze. Per ben tre volte nella Fiaba viene detto che “è giunto il momento”…

Il cammino di tre giorni dei protagonisti si fa strada tra drammi e misteri illuminati in modo sempre diverso sul ponte del dialogo che in un certo senso porta in sè oro, luce e s’impreziosisce di amore. Riecheggia il motto goethiano del “muori e divieni” in una metamorfosi evolutiva fin sul piano fisico di tutti i personaggi.
E mentre il fiume-vita scorre, un’atmosfera di pace rifiorisce, forze di gratitudine fluiscono e si rinnovano fiducia e speranza, tutti balsami anche per quelle fessure che l’ulivo porta scolpite, testimonianza vivente di umane vicende.
L’albero-guida torna a respirare fuori e dentro di noi più forte…essenziale e generoso.

In rappresentanza del mondo animale nella Fiaba di Goethe un serpente, un cane, un canarino, un falco partecipano con forza sacrificale a catalizzare gli eventi, come ormai sappiamo può capitare nelle nostre biografie individuali, quando nell’incontro anche con gli altri regni di natura abbiamo l’opportunità con profonda gratitudine di affinare i nostri sensi superiori e, per stare in tema, fino allo sfinimento ma con il giusto vigore, coltivando un pensiero vivente, tanta comprensione e fantasia morale.
Nel caso non abbiate la possibilità di trovare un po’ di pace sotto un ulivo, vi immagino un po’ stanchi a fine serata a leggere in compagnia del vostro amico animale la Fiaba di Goethe con quattro gocce di Olive sotto la lingua! Ma se, per qualsiasi motivo, fosse stanco il vostro amico animale accarezzatelo dopo aver messo qualche goccia di Olive sul palmo della mano.

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