Il cavallo…è Mitico!
Il Cavallo spesso evoca immagini di libertà e bellezza ma non è stato sempre così. La simbologia correlata al Cavallo ha risentito dei diversi periodi storici e del pensiero culturale dominante, tanto da attribuirgli aspetti contraddittori e molteplici. In epoca arcaica è stato associato al regno dei morti e come tale sacrificato ai defunti. Veniva praticata anche l’ippomanzia, attribuendo al Cavallo un valore profetico. Secondo una credenza, attraverso l’interpretazione del suo nitrito, del movimento delle orecchie o della coda, si potevano prevedere gli eventi futuri. Anche presso i Germani e i Celti il Cavallo assumeva un ruolo importante nell’arte augurale.
Praticavano la cefalomanzia, che consisteva nell’utilizzo di teste di animali, soprattutto del Cavallo, per trarne messaggi profetici. Dopo aver lavato e pulito le teste degli animali, utilizzate per dei rituali di sacrificio, i vaticini venivano pronunciati in base al suono prodotto dalle mascelle. Fu anche associato al Sole: il Cavallo, infatti, era l’animale che trainava il “carro del cielo” condotto da Apollo, Mitra ed Elia.
Poseidone, dio del mare e delle acque, era anche il protettore dei Cavalli. In molte opere d’arte, Poseidone è raffigurato mentre guida carri trainati da ippocampi, ovvero animali in parte Cavalli e in parte pesci.
Molti racconti narrano le gesta di Cavalli alati: Pegaso, nato dal collo di Medusa, a cui Perseo aveva tagliato la testa, viene addomesticato da Bellerofonte grazie all’uso delle briglie avute in dono da Atena e la Chimera viene sconfitta da Bellerofonte in sella a Pegaso. Il mito narra che con un colpo di zoccolo Pegaso fa scaturire la sorgente Ippocrene da Elicona, il monte delle Muse. Zeus, adirato contro Bellerofonte, manda un insetto, il quale punge Pegaso facendo cadere nel vuoto il suo cavaliere. Pegaso ritorna allora nel cielo, diventando una costellazione. L’immagine del Cavallo alato unisce la vitalità dell’animale con la capacità di svincolarsi dalla terra e dalla realtà materiale.
Il centauro anche porta una segnatura duplice, il mitico essere con il corpo di Cavallo e busto umano, è associato ad aspetti inquietanti forse derivati anche dal terrore che suscitarono tra le popolazioni le invasioni di stranieri che utilizzavano i Cavalli come mezzo di spostamento e di razzia.
Nel medioevo il centauro era ritenuto figura eretica, espressione di istinti animali e contrapposto al nobile cavaliere. Invece Chirone è il centauro sapiente legato alla Medicina per la sua conoscenza di piante medicinali a cui Esculapio fu iniziato.
Molto noto nel medioevo, anche l’unicorno (o liocorno) che viene raffigurato spesso come un Cavallo bianco con un corno a spirale sulla fronte dotato di proprietà magiche e terapeutiche. Nelle leggende medievali l’unicorno poteva essere catturato solo da una donna vergine e per questo rappresenta la castità, la forza e la purezza.
Un ulteriore duplice segnatura durante l’affermazione del cristianesimo vede il Cavallo anche emblema della superbia e della lussuria, ma dall’altra, cavalieri come San Giorgio che uccide il drago e San Martino che divide in due parti il suo mantello per donarne una ad un povero infreddolito, sono raffigurati a Cavallo. Interessante anche una miniatura del secolo X, nella quale l’evangelista Marco è stato ritratto con la testa di un Cavallo e nella cripta della cattedrale di Auxerre in Francia, del XII secolo, Gesù ha lo scettro in mano e cavalca il Cavallo bianco al centro della croce. Dunque l’arte cristiana dei primi tempi rappresenta spesso il Cavallo come emblema dello spirito profetico che supera rapidamente il tempo e lo spazio.
Dopo il serpente, il Cavallo sembra essere tra gli animali più rappresentati. Viene citato nei miti, nelle leggende e nelle tradizioni religiose, culturali e di folclore, in tutte le parti del mondo in cui popolazioni umane si sono trovate in contatto con quest’animale. In molte fiabe i Cavalli parlano con voci umane, danno consigli, hanno capacità divinatorie e magiche, in un ruolo di sapiente.
Burāq o Burak è, secondo la tradizione islamica, un destriero venuto dal paradiso islamico, cavalcatura dei vari profeti, e di Maometto in particolare. Secondo la tradizione islamica, nel VII secolo Burāq fu destinato dall’Arcangelo Gabriele per portare il profeta dell’Islam da quelle che furono identificate poi come Mecca e Gerusalemme con un miracoloso tragitto avvenuto di notte, prima che egli intraprendesse l’ascesa attraverso i 7 cieli. È un soggetto iconografico frequente nell’arte musulmana, dove esso è generalmente rappresentato come un quadrupede con una testa di donna, ali e una coda da pavone. Secondo il dizionario dei simboli, Buraq è simbolo di trionfo e di gloria, che permette agli eletti di accedere al Paradiso.
Sleipnir è, nella mitologia norrena, il Cavallo di Odino di color grigio, dotato di otto zampe, è il migliore Cavallo che esista, il più veloce. È in grado di cavalcare il cielo e le acque, e anche lungo gli altri mondi. Il suo nome significa “colui che scivola rapidamente”. Secondo alcune fonti Sleipnir porta delle rune incise sui denti!
Se dovessi iniziare da un sodalizio mitico tra Cavallo e cavaliere racconterei la storia di Bucefalo ed Alessandro Magno per poi galoppare tra le storie di cavalieri e dei loro destrieri e magari saltare dentro quadri di Franz Marc, di Caravaggio, di Gauguin e altri artisti che al Cavallo hanno reso omaggio. Una breve sosta la dedicherei alla lettura della fiaba dei Grimm “La guardiana d’oche” nella quale il sacrificio del cavallo Falada trasforma il destino della protagonista…per ricordarmi dei doni che il Cavallo e tutto il regno animale hanno portato, portano e porteranno all’uomo, insieme in cammino.