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L’animale nelle fiabe

L’animale nelle fiabe

Articolo a cura di Dora Scialfa - Medico veterinario (medicina integrata)
Categoria:   Letture consigliate

Numerosi sono gli animali che compaiono nelle fiabe e si muovono insieme ai personaggi
umani come compagni di destino.

L’animale è scelto spesso per donare perle di saggezza a chi legge o ascolta, una per tutte: “Non si vede bene che con il cuore…l’essenziale è invisibile agli occhi” lo dice la volpe al Piccolo Principe.

Già “perle di saggezza”, nel vero senso della parola, infatti le perle sono il risultato di un prezioso lavoro di inglobamento ed isolamento ad opera dell’ostrica verso un agente esterno ed estraneo, un lavoro perseverante di trasformazione, un’opera di grande bellezza e saggezza. A volte in compagnia delle pietre preziose, le perle sono citate e distinte da queste ultime perché di un’altro regno: dono del regno animale e non del regno minerale.

Nella fiaba dei Fratelli Grimm “La guardiana d’oche alla fonte” scorrono al posto delle lacrime, custodite per un futuro d’abbondanza e testimoni di un dolore profondo…ne basterà una sola di perla per catalizzare un processo di svolta negli eventi della fiaba.

Come un nodo, la perla porta il valore evolutivo della possibilità di sciogliere i nodi karmici, un’opportunità da coltivare e cogliere per liberare dall’incantesimo una nuova coscienza.

Per valorizzare questo processo di coscienza nella fiaba “Cappuccetto Rosso”, non un solo lupo ma due lupi devono morire per accelerare la crescita della bambina protagonista e, la volpe in “L’uccello d’oro”, dopo essere stata animale-guida per tutte le prove del protagonista, chiede paradossalmente non solo di essere uccisa ma che la testa sia messa al posto della coda e viceversa, un esempio spregiudicato di gratitudine reciproca dove l’animale si fa maestro e agisce guidato dalla volontà e creatività del Mondo Spirituale.

E allora non ci stupisce nella fiaba di Goethe “La bella Lilia e il Serpente verde” che la quarta forza, quella dell’Amore, si esprima con il sacrificio del serpente per salvare il giovane principe e farsi magnifico ponte tra il mondo terrestre e il mondo celeste, come atto concreto di un anelito evolutivo, che giunge ad una nuova coscienza sociale: “una persona sola non basta, bensì colui che all’ora giusta si unisce a molti” e su queste parole immagino mettersi in cammino l’asino, il cane, il gatto e il gallo della fiaba “I musicanti di Brema” con sonora fiducia nella vita.

L’amore e l’immortalità divengono un tentativo di ricerca spirituale nella fiaba di Andersen “La Sirenetta”: è una giovane sirena, essere elementare dell’acqua, per metà donna e per metà pesce, che con dolore e coraggio si mette in gioco per provare a sfiorare l’esperienza dell’amore immortale e la sua buona volontà è ricompensata attraverso la metamorfosi in essere elementare dell’aria.

Avviene così nelle fiabe come nella nostra biografia che gli animali, gli esseri elementari, ma anche le piante, i metalli e le pietre preziose ci educano a percepire, attraverso immagini viventi la manifestazione della realtà sovrasensibile con la possibilità di cogliere il senso esistenziale di ogni incontro e di ogni prova che la vita ci offre.

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