Naira, cane autistico?
Naira, cane autistico?
La tendenza che abbiamo noi esseri umani ad etichettare ci porta costantemente nel nostro mentale, lì mille caselle si avvicendano nell’irreale percezione della realtà. Quanto c’è di più confuso nel catalogare e dare un nome ed un cognome a ciò che, ahimè, in realtà non conosciamo? Mi sono ritrovata da medico veterinario a cercare di liberare la mia mente dalla logica comune della medicina che ci vuole costantemente diagnosti a tutti i costi, spesso fino a rasentare l’iperdiagnosi (metodologia molto in voga ai giorni nostri). Ma come è possibile pensare di avere un’etichetta per tutto? Spesso resto in questo angolo di apertura mentale dove evito di fermarmi alla pura ed accademica diagnosi. Credo che questa modalità possa aprirmi a nuove percezioni che poi si tramutano in nuove possibilità di guarigione. Alla luce di questa presentazione vi racconto di un caso clinico che sto ancora seguendo. Naira è un cane femmina di razza malinois, ha solo 5 anni di vita ed ormai da diverso tempo soffre di crisi convulsive. Dopo tutti gli esami effettuati, compresa anche la risonanza magnetica, non si conosce la causa di tale patologia, quindi la medicina quando non riesce ad etichettare, ne crea una ad hoc definendola “idiopatica”. Le sue crisi convulsive sono talmente violente e ravvicinate da rendere la sua vita molto difficile e condizionata. Nonostante la terapia farmacologica prescritta dal neurologo, le sue convulsioni continuano nonostante tutto con frequenza ed intensità costante. La portano in visita per sottoporla a delle terapie di biorisonanza. Avendo la “diagnosi” di epilessia idiopatica, ho impostato il mio lavoro seguendo le indicazioni mediche. La sua situazione inizialmente rimane invariata per qualche terapia. Ad un certo punto, mi accorgo che il suo atteggiamento in studio si è modificato. Mi accorgo che mostra dei comportamenti ripetitivi, difficoltà ad adattarsi ed a rilassarsi, non scodinzola nemmeno al suo umano che vuole solo coccolarla. Il proprietario racconta di un cane incapace di rilassarsi, circola tutto il giorno fino a fermarsi solo per estrema stanchezza. Il suo sguardo è spesso assente e non ci guarda mai negli occhi, qualche volta mostra segni di aggressività anche nei loro confronti. Pur non avendo mai sentito parlare di autismo nei cani mi accorgo che il suo quadro clinico assomiglia molto a quello dell’uomo. Faccio attenzione ai commenti del mio apparecchio e mi rendo conto che spesso mi segnala un quadro autistico. A quel punto ho aggiunto nella sua terapia di biorisonanza dei programmi specifici sull’autismo. Da quel momento le sue crisi si fanno più lontane e anche più leggere. Precedentemente aveva delle convulsioni a grappolo che le creavano qualche giorno di disagio, pian pianino si riducono sia per frequenza che per intensità. Durante la giornata riesce a rilassarsi e il rapporto con i suoi umani è migliorato in quanto non mostra più irrequietezza ed aggressività. Sinceramente, in letteratura scientifica, non si trova molto sull’argomento, pochi articoli e comunque anche molto critici su questa eventualità. Ma da qui in avanti ho deciso di prendere in considerazione questa possibilità e ho così cominciato a vedere molti cani con lo stesso comportamento di Naira. Ho iniziato a sottoporli a terapia come se potesse essere reale e ho avuto delle buone risposte. Credo che l’obbiettivo di un medico è innanzitutto di rendere la vita di queste creature, e dei loro umani, il più semplice possibile, accompagnarli a conquistare serenità e maggior voglia di vivere.